dal Messaggero Veneto del 20/01/2016
Se ne stanno nell’ombra, lavorano in silenzio. Si muovono nelle emergenze, è risaputo, ma tanti si dimenticano che la loro azione spazia in effetti su più fronti.
L’intervento di messa in sicurezza dell’area sportiva della frazione di Branco, da poco concluso, per esempio, è opera loro, degli uomini e delle donne della Protezione civile di Tavagnacco.
Un lavoro di cui l’amministrazione comunale aveva estremo bisogno e che, grazie ai volontari, è riuscita a portare a termine risparmiando tempo e, soprattutto, denaro.
«Avremmo dovuto appaltare il lavoro a una ditta esterna, con tutte le conseguenze del caso – commenta il vicesindaco Moreno Lirutti –, tra cui i costi: si trattava di un intervento da non meno di 10 mila euro».
Quella che per la Protezione civile è stata una «esercitazione» («si sono occupati del taglio delle piante che, cresciute a dismisura, cominciavano a costituire un pericolo per le persone»), è stata per il Comune un’opera preziosa.
«Vorrei ringraziare i volontari per tutto quello che fanno – prosegue il vicesindaco di Tavagnacco –. Il loro lavoro richiede tantissima preparazione e impegno e io non potevo chiedere una squadra migliore». Il team, nato nel 1993, è composto da 38 volontari (di cui 11 donne) ed è guidato dal coordinatore Loris Gentile e dai capisquadra Piero Zoratti e Paolo Stazi.
Durante l’emergenza profughi a Udine, c’erano. Dopo la caduta di un cornicione a Feletto, erano presenti. Si sono occupati delle piante lungo la ciclovia del Cormôr e hanno agito a supporto dell’autoemoteca nelle scuole. L’elenco delle attività svolte – compresi i corsi di formazione – è lungo.
Non sembra mancare di forza di volontà Stefano Marcuglia, 16 anni, pronto ad aggregarsi al gruppo. «Sarà da esempio – è la chiosa di Lirutti –. Quest’estate, infatti, vogliamo organizzare un’iniziativa per avvicinare i giovani alla Protezione civile: una realtà che in pochi conoscono davvero». (m.t.)
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